Non cadere nella depressione è fondamentale per il paziente: alcuni semplici accorgimenti da valutare con lo specialista possono aiutare.

Soffrite di acufeni e tutte le cure che avete provato non hanno funzionato? Se il ronzio alle orecchie persiste nonostante i rimedi tentati, una delle strade da provare è la terapia cognitivo comportamentale. Si tratta di una serie di sedute che parte da un presupposto: non sempre l’insorgenza dell’acufene è dovuto all’inizio della perdita dell’udito o ad altre malattie.

La fase acuta dell’acufene è quella che riguarda i primi sei mesi e in questo momento i pazienti – che devono convivere con ronzii, fischi e altri rumori che prima non sentivano – si rivolgono a vari specialisti. Può capitare però che la cura non arrivi.

Chi soffre di acufeni vuole eliminare il fastidio in fretta, provando farmaci, facendo esami. Non sempre però ci sono rimedi medici e il paziente capisce che con il problema a volte è necessario conviverci. Falliti i rimedi della nonna, preso atto che è difficile fare miracoli con gli acufeni, è in questa fase che nella persona può maturare la decisione di iniziare la terapia cognitivo comportamentale personalizzata.

Cosa fare, dunque? Il primo passo è la visita preliminare specialistica dall’otorinolaringoiatra. Servirà qualche incontro per individuare l’entità e le caratteristiche del disturbo, quindi il paziente potrà gestire a casa la terapia con il ripristino di una buona qualità della vita, del sonno e delle prestazioni lavorative. L’accettazione è il primo passo: in un certo senso bisogna “dimenticarsi” degli acufeni perché molto spesso il pensiero attagnalia il paziente e gli impedisce di dormire la notte. Il riposo è fondamentale. Quindi si possono usare alcuni trucchi per riposarsi la notte, anche se si soffre di acufeni. E’ a letto che il ronzio aumenta di intensità, il paziente si gira e si rigira e non riesce a prendere sonno. Cosa fare in questo caso?

Di giorno:

  • Fare attività fisica anche nella quotidianità (scale a piedi, passeggiare) ed iscriversi in palestra o fare sport.
  • L’alimentazione è importante: mangiare cibi leggeri, non bere caffè la sera
  • Non fumare

La camera da letto deve essere silenziosa e non troppo calda, meglio scaldarsi con una bella coperta.  Di notte, poi, è bene:

  • Coricarsi ad orario regolare dopo una doccia o un bagno rilassante.
  • Leggete qualcosa di leggero
  • Non pensate all’acufene, non è una malattia grave, ve lo ha detto il medico e potete fidarvi
  • Meglio una stanza silenziosa che una con un sottofondo (ticchettio o altro)
  • Evitate sonniferi, meglio un latte caldo
  • Se non riuscite a prendere sonno alzatevi da letto e fate qualcosa che vi rilassi, magari sfogliate libri con molte immagini. Andate sul divano, guardate un po’ di tv, senza esagerare. Fate due passi. Tornate a letto dopo mezz’ora.

In seguito si lavorerà con le tecniche di rilassamento: stimoli corporei e psicologici. E’ importante che chi soffre di acufene non passi in una fase di “depressione” facendosi governare la vita dal disturbo. Qualsiasi sia la sua entità, è necessario continuare nei piccoli piaceri della vita, magari segnandoli attraverso una serie di esercizi di valutazione. I disturbi legati al fastidioso ronzio diventeranno prima secondari ed è possibile che con l’andare del tempo spariscano lentamente. E’ però importante essere seguiti da un medico specialista che certifichi che l’acufene sia “essenziale”, cioè non dovuto ad una precisa causa, magari sintomi di una malattia. Insomma, la terapia cognitivo comportamentale è un rimedio da utilizzare solo in questo caso, agendo sulla psicologia, e in cui è fondamentale la collaborazione nel percorso di rieducazione.

A cura del Dott. Alessandro Valieri, specialista in otorinolaringoiatria