Che cos’è l’apnea notturna
La sindrome delle apnee notturne statisticamente presente in Italia in più del 20% della popolazione è un disturbo in cui il paziente smette di respirare per almeno 10 secondi fino ad alcuni minuti durante il sonno. L’apnea notturna può presentarsi fino a centinaia di volte ogni notte.
La sindrome da apnea ostruttiva durante il sonno (OSAS) è caratterizzata dall’ostruzione parziale o completa delle vie aeree superiori durante il sonno.
Il russamento infatti non è soltanto un fastidio per chi ci dorme accanto ma può nascondere patologie molto serie in grado di minacciare gravemente la nostra salute poiché è l’espressione di mancata ossigenazione del cuore e del cervello.
L’apnea notturna riconosciuta come malattia invalidante
L’apnea notturna è una malattia cronica riconosciuta dalla legge come condizione invalidante che causa un sonno disturbato dalle interruzioni respiratorie e insufficiente per una qualità di vita diurna accettabile.
Quando il paziente è sveglio i muscoli della gola sostengono le vie respiratorie permettendo all’aria di passare adeguatamente; al contrario durante il sonno questi muscoli si rilassano e le vie repiratorie si restringono.
In condizioni normali questo non rappresenta un problema ma a causa di predisposizioni anatomiche (genere maschile, familiarità, prolasso del palato molle, lingua ingrossata e tonsille gonfie, struttura ossea particolare) o di stile di vita (sovrappeso,farmaci, alcool e fumo, invecchiamento) può comportare la parziale o totale chiusura della gola.
Se le vie respiratorie sono bloccate e i polmoni non ricevono la giusta quantità d’aria, si presenta quindi un forte russamento e un abbassamento del livello di ossigeno nel sangue.
Qual è il meccanismo che genera l’apnea notturna?
- Vibrazione delle pareti del palato molle e dell’ugola
- Prolasso del palato molle, ugola alllungata
La causa delle apnee notturne
In pratica la causa delle apnee notturne è spesso da ricercarsi nella gola chiusa, dove l’allungamento del palato molle e la lingua ingrossata impediscono all’aria di arrivare ai polmoni.
Come si capisce di andare in apnea nel sonno?
Se l’aria non arriva nei polmoni è un grosso problema per la nostra salute
I sintomi più comuni dell’apnea notturna oltre al russamento sono: sonnolenza, mal di testa e mal di gola al mattino, irritabilità, depressione, problemi di memoria, risvegli frequenti, scarsa erezione.
L’apnea notturna se non correttamente trattata può causare malattie gravi: infarto, ictus, diabete, obesità, impotenza sessuale, assenza di orgasmo.
Cosa bisogna fare per capire se si hanno le apnee?
Per la corretta individuazione della patologia è necessario effettuare una visita specialistica otorinolaringoiatrica e una polisonnografia che è attualmente il tipo di esame più usato per valutare le caratteristiche del russamento e dell’apnea notturna.
La polisonnografia
Per capire se le apnee notturne siano gravi, occorre eseguire la polisonnografia, un esame indolore che registra le caratteristiche del sonno. Il parametro che determina se si va in apnea e quanto sono lunghe le apnee notturne si chiama AHI.
In base all’AHI l’otorino decide quale intervento sia indicato per smettere di russare, non avere più il naso chiuso di notte e non avere più apnee del sonno.
Come si cura l’apnea notturna?
In caso di apnee lievi può essere sufficiente apportare le giuste modifiche al proprio stile di vita: evitare alcool e farmaci che inducono sonnolenza, dimagrire, dormire su un lato, smettere di fumare.
In caso di apnee di grado severo si piò procedere in due direzioni:
- Attraverso l’utilizzo della CPAP, efficace ma palliativo
- Utilizzando la moderna chirurgia laser, efficace e risolutiva.
Utilizzo della CPAP
CPAP si tratta di una ventilazione a pressione positiva continua. L’aria a pressione continua viene insufflata nel naso e nella gola del paziente attraverso una maschera, in questo modo le vie aeree rimangono aperte.
Con la “macchinetta ventilatoria” la ventilazione presenta numerosi effetti collaterali: irritazioni della pelle nella sede della maschera, mal di testa, secchezza del naso, bocca secca.
In più la CPAP è una terapia che non può essere interrotta perché cura gli effetti ma non la radice del problema (prolasso del palato molle e ugola gonfia). Il paziente spesso lamenta comunque una qualità del sonno scadente perché la maschera collegata con un tubo alla macchina non permette movimenti durante la notte.
Intervento laser risolutivo per apnea notturna
I pazienti che desiderano risolvere il problema delle apnee notturne possono trarre beneficio dall’approccio chirurgico che ha la caratteristica positiva di essere una procedura risolutiva e durevole nel tempo.
La chirurgia deve essere indirizzata verso un paziente in attesa di un buon risultato che presenta le caratteristiche anatomiche adeguate.
L’intervento più innovativo e con un rapporto costi-benefici veramente vantaggioso per il paziente motivato a risolvere il problema alla radice è sicuramente la LAUP che (palatoplastica laser assistita), che permette di ridurre la lunghezza e la larghezza del palato e assottigliare lo spessore dell’ugola.
Si ridisegna la forma del palato molle con una semplice vaporizzazione dei tessuti senza sanguinamenti e in anestesia locale, aumentando così lo spazio per il flusso d’aria. Questo intervento viene eseguito in pazienti a cui viene diagnosticato un prolasso del palato molle e dell’ugola allungata.
L’intervento è ambulatoriale e non necessita nessun ricovero.
Alla palatoplastica con il laser co2 può rendersi necessario associare la riduzione dei turbinati con laser a diodi e la decongestione della tonsilla linguale con le radiofrequenze: si tratta di un tipo di intervento non invasivo, in day hospital, sicuro quanto efficace.
In tal modo è possibile evitare la cpap, una maschera ventilatoria con cui chi soffre di apnee notturne deve sempre dormire.