A cura del Dott. Alessandro Valieri, specialista in otorinolaringoiatria, Bologna
Sono stati necessari numerosi anni di ricerca prima che, sulla base di solide evidenze cliniche e strumentali (polisonnografia), si consolidasse , nella mentalità medica e dei pazienti, l’idea che il russamento non è soltanto un fastidioso e curioso rumore emesso durante la respirazione nel sonno, bensì una condizione di malattia.
Il russamento è un rumore provocato dalle vibrazioni del palato molle al passaggio di aria durante l’inspirazione e dai moti turbolenti dell’aria che transita in uno spazio respiratorio nasale ostruito dall’ipertrofia dei turbinati, da una significativa deviazione del setto o dalla presenza di polipi nasali.
Russare è pertanto espressione di una subostruzione delle vie aeree nel sonno (ostruzione ipnogenica) e occorre principalmente nella fase dell’addormentamento e nel sonno lento profondo.
Di fatto questo disturbo rappresenta il primo stadio della sindrome delle apnee morfeiche, altrimenti detta sindrome delle apnee ostruttive del sonno (osas) e la precede spesso di molti anni.
E’ documentato che, per il sopraggiungere di vari fattori (tra i principali: l’età, l’aumento di peso, l’uso cronico di fumo e alcolici, patologie che provocano ostruzione a livello nasale o faringeo), l’ostruzione ipnogenica solo parziale delle viee aeree, responsabile del russamento, diviene completa e porta alla comparsa di apnee del sonno.
L’insorgenza delle apnee comporta inoltre una progressiva frammentazione del sonno; infatti alla fine di ogni apnea il paziente russatore lamenta un alleggerimento della profondità del sonno o addirittura un fugace risveglio. Conseguentemente, nel giro di alcuni mesi, il paziente affetto da apnee notturne sviluppa sonnolenza diurna, calo della capacità di concentrazione e della memoria e delle prestazioni sessuali. Si configura così il quadro clinico tipico degli individui apnoici, caratterizzato da lunga storia di russamento, successiva fiacca diurna, generalmente in soggetto di sesso maschile, di mezza età e in sovrappeso corporeo.
La prevalenza della sindrome delle apnee ostruttive nella popolazione generale e’ del 4% negli uomini e del 2% nelle donne. Nelle donne il disturbo si riscontra soprattutto dopo la menopausa.
La sleep apnea ostruttiva é tipicamente una patologia della mezza età ma può colpire anche soggetti in età infantile, in particolare bimbi affetti da infiammazione cronica delle adenoidi e delle tonsille.
Varie evidenze cliniche, epidemiologiche e strumentali hanno chiaramente documentato che il russamento di per sè e ancor più l’ apnea ostruttiva del sonno rappresentano un fattore di rischio per la salute cardio-cerebro-vascolare, indipendentemente dal fatto di essere spesso in associazione con altri noti fattori di rischio vascolare, quali il sovrappeso corporeo, l’età più avanzata, il diabete, il fumo e l’alcol.
I soggetti sleep apnoici sono più frequentemente ipertesi. Inizialmente il primo segno è subdolo e questi pazienti presentano valori pressori nei limiti della norma di giorno ma hanno valori alterati durante il sonno (di notte la pressione dovrebbe normalmente avere valori più bassi rispetto a quelli diurni). Successivamente i valori pressori aumentano anche nelle ore diurne.
I pazienti con sleep apnea ostruttiva hanno una più alta incidenza di cardiopatie ischemiche (infarto, angina pectoris) e ictus cerebrale. Spesso a complicare il quadro interviene il fatto che una lesione vascolare cerebrale può a sua volta essere causa di una sleep apnea o peggiorare una sleep apnea pre-esistente.
La necessità di capire come smettere di russare è auspicata in quanto i meccanismi attraverso cui l’apnea del sonno nuoce al sistema cardiocircolatorio sono molteplici e non ancora tutti chiariti.
Sia per l’aumento della pressione intratoracica negativa, con aumento del ritorno venoso, sia per la vasocostrizione provocata dall’ipossiemia (insufficiente ossigenazione del sangue), la sleep apnea comporta aumento della pressione sia a livello del circolo polmonare sia a livello sistemico.
Durante le apnee notturne possono generarsi, verosimilmente in relazione a un maggior tono del sistema simpatico, aritmie cardiache di varia gravità (extrasistolia sopraventricolare e ventricolare, flutter e fibrillazione atriale). Sono inoltre segnalati in questi pazienti aumento della viscosità ematica, aumento della proteina C reattiva e della resistenza all’insulina, tutti fattori che entrano nel meccanismo della trombosi e della trombo embolia.
Non esiste, ad oggi, una terapia farmacologica efficace per il russare connesso alle apnee del sonno.
L’intervento curativo viene condotto a più livelli. Fondamentale è il ruolo dello specialista otorinolaringoiatra, che può correggere le più frequenti cause di russamento ed apnee ostruttive: ipertrofia dei turbinati nasali, poliposi nasale, sinusite cronica, ipertrofia adeno-tonsillare, lassità e prolasso di palato molle e ugola.
Il moderno approccio terapeutico otorinolaringoiatrico si avvale di interventi mirati, eseguiti per lo più in ambulatorio, con tecnologia laser o a radiofrequenze.