Il cloro dell’acqua e infiammazione delle mucose: evitiamo la sinusite

Gli accorgimenti per respirare meglio dopo il nuoto

I fastidi al naso e alle orecchie sono frequenti tra gli amanti del nuoto. I cambi di pressione e di temperatura a cui si sottopone chi è un assiduo frequentatore di piscina possono dare, se non si prendono le dovute precauzioni, alcuni fastidi. Sovente si ricorda il tappo di cerume alle orecchie ma anche la sinusite del nuotatore non è da sottovalutare.

Cos’è la sinusite e a cosa servono i seni paranasali

La sinusite è un processo infiammatorio  a carico dei seni paranasali, vale a dire quelle cavità che si trovano nello scheletro facciale.

Le cavità sono piene d’aria e svolgono una funzione fondamentale per la “meccanica” respiratoria: assorbono gli urti esterni di organi più delicati, favoriscono lo scambio d’aria e al contempo la climatizzazione della stessa tra interno ed esterno, aiutano la funzione olfattiva. Sono ricoperti al loro interno dello stesso rivestimento mucoso che si trova nella cavità nasale. Il muco aiuta le funzioni degli stessi seni paranasali ma è proprio qui che può nascere l’infiammazione che poi può trasformarsi in sinusite.

I sintomi della sinusite e la diagnosi

Generalmente la sinusite si manifesta attraverso dolori al viso, fatica a respirare, mal di testa localizzato in diverse zone a seconda del seno nasale interessato. Il dolore tipico della sinusite è in corrispondenza dei seni paranasali, quindi zona frontale, alla radice del naso, zone sopra e sotto orbitarie, zona mascellare. Ci sono patologie collegate che possono favorire lo sviluppo della sinusite come allergie oppure ipertrofia dei turbinati. La sinusite può portare poi alla formazione di polipi nasali.

Al medico otorinolaringoiatra quasi sempre basta una descrizione dei sintomi per diagnosticare la sinusite. La diagnosi può comunque essere eventualmente confermata attraverso una tac o un esame batteriologico. La sinusite può essere acuta – cioè durare pochi giorni – o cronicizzarsi.

Il ruolo del cloro nella sinusite cronica

Proprio la sinusite cronica – quella che persiste per oltre un mese o che torna per tre volte in un anno  – è quella di cui soffrono più spesso i nuotatori. Chi ama la piscina è tra le categorie più esposte alla sinusite. I nuotatori infatti sono in continuo contatto con il cloro. Si tratta però di è una sostanza fortemente irritante ed è contenuta nelle acque delle piscine per mantenerne la disinfezione, ma in parte anche nell’aria che si respira in piscina.

Cosa succede quando l’acqua delle piscine viene inalata o ingerita? Che entra in contatto con le mucose delle alte vie aeree (naso, seni paranasali e faringe) innescando ogni volta un processo di infiammazione che rende le mucose (non più sane in quanto danneggiate dal cloro) maggiormente vulnerabili ad infezioni e aggressioni da parte di germi e batteri.

Gli accorgimenti da prendere per evitare la sinusite

La prima cosa da fare, dunque, è cercare di evitare che l’acqua entri troppo speso nel naso. Molto utile in questo caso è lo “stringinaso” che rappresenta un rimedio che terrà lontana l’acqua contenente cloro e germi patogeni dalle mucose facilmente irritabili.

Inoltre ci sono accorgimenti fondamentali come l’evitare sbalzi di temperatura quando si esce dall’impianto, coprendosi bene d’inverno ed evitare di stare in zona con aria condizionata in estate. Gli sbalzi infatti stressano e provocano danno alle mucose nasali. Quando si nuota è importante respirare con naso e non con la bocca: l’aria verrà riscalda e umidificata dai turbinati nasali, rendendola meno dannosa per le mucose.

Tra le abitudini fuori dalla piscina, soprattutto per chi soffre di sinusite, è importante effettuare dei lavaggi  nasali con soluzione fisiologica o ipertonica. I lavaggi sono utilissimi per allontanare ogni residuo di cloro e acqua sporca dal naso. I nuotatori farebbero bene ad evitare gli allenamenti se raffreddati: la rinite acuta è una delle cause principali della sinusite. I seni e le cavità paranasali sono colmi  di muco già di per sé infetto e le mucose sono edematose e infiammate. Il cloro potrebbe peggiorare la situazione.

I rimedi fai da te finiscono qui. Se si soffre di sinusite  e si vuole continuare a nuotare è bene cercare di risolvere il problema in un altro modo. È possibile ricorrere all’utilizzo di decongestionanti nasali, ma non è un rimedio che può essere utilizzato a lungo perché ci sono effetti collaterali.

L’operazione a turbinati e sinusite

E’ molto probabile che la sinusite si trasformi da acuta a cronica, perciò potrebbe essere necessario il ricorso al trattamento chirurgico e in questo caso una visita otorinolaringoiatrica è necessaria. Bisogna ricordarsi che avere il naso tappato dopo una nuotata non è normale e, nel caso si noti questo sintomo, è bene prenotare subito una visita dallo specialista. 

La tecnica del Balloon Sinuplasty come terapia per la sinusite cronica

Se si soffre di sinusite cronica, la terapia più diretta è quella del Balloon Sinuplasty che consente di evitare l’uso del bisturi e dei tamponi nasali. L’intervento dura circa mezzora e viene eseguito in anestesia locale, in ambulatorio.

Il medico introduce nel naso un catetere alla cui estremità viene gonfiato un palloncino che, da sgonfio, ha le dimensioni di un capello o poco più.

In questo modo si produce una dilazione permanente nel foro di scarico delle secrezione, utile per evitare le recidive. Il medico procede all’espirazione del catarro infetto nei seni paranasali, poi il palloncino viene sgonfiato e rimosso. Si tratta di una terapia non invasiva che risparmia traumi alla mucosa sauna ed evita rischi a carico di vista o olfatto.
Collegata alla sinusite c’è anche la patologia dei turbinati ingrossati o ipertrofia dei turbinati. Anche in questo caso è possibile un intervento meno invasivo rispetto a quello della chirurgia classica che prevede anestesia generale e tamponi. L’intervento laser in anestesia locale – con l’applicazione di una spray anestetico – dura circa mezzora ed è priva di dolore e sanguinamenti.
Con il laser il medico, che opera direttamente in laboratorio, elimina il muco in eccesso responsabile dell’ipertrofia e preserva la membrana sana.  A tre giorni di distanza dal trattamento il volume dei turbinati è mediamente tornato alla modalità. L’intervento è efficace anche ai pazienti allergici ed è ripetibile a distanza di anni senza problemi.

A cura del Dottor Alessandro Valieri, specialista in otorinolaringoiatria