Avete presente quella antipatica febbricola persistente, alle volte accompagnata da tosse e mal di gola, ma spesso molto più subdola perché solita presentarsi ‘in solitudine’ e senza una causa precisa o facilmente individuabile? Ebbene, vero è che questo lieve aumento di temperatura corporea potrebbe essere semplicemente fisiologico, giacché durante il giorno la temperatura del nostro organismo tende a variare naturalmente, ed è altrettanto vero che una febbricola persistente può anche essere indice di uno stato di raffreddamento, contro il quale non esiteremo ad assumere il più classico degli antipiretici che ormai portiamo tutti in borsa, ma – e va rilevato – anche di un’infezione in corso più seria, come tonsillite o sinusite, che se non curate in tempo possono generare in forme patologiche ancora più gravi. In questo approfondimento vedremo le cause della febbricola, ospite indesiderato che quando non vuole saperne di andarsene può essere spia di una condizione patologica legata ad infiammazioni e infezioni delle vie respiratorie e vedremo, ovviamente, come intervenire per risolvere la problematica e prevenire così eventuali complicanze.
FEBBRICOLA: DALLE CAUSE FISIOLOGICHE A QUELLE PATOLOGICHE
Partiamo da un assunto: la febbricola non va sottovalutata, può nascondere infezioni che se trascurate possono evolversi in problematiche ben più serie come polmoniti o sepsi o nasconderne altre di origine virale. Con il termine febbricola ci si riferisce ad un lieve rialzo della temperatura corporea, che sale al di sopra dei valori normali, da tenere in considerazione è che la temperatura corporea è personale in alcuni soggetti è più vicina ai 36,5°C, in altri più vicina ai 37°C, l’alterazione quindi si deve considerare a partire da queste basi e per essere definita febbricola non deve superare i 38°C.
ALTERAZIONI NATURALI
La temperatura corporea si modifica naturalmente durante la giornata, al mattino è solitamente più bassa (attorno ai 36,4° C), dopo pranzo c’è un rialzo dovuto ai processi digestivi, nel corso del pomeriggio e alla sera c’è un aumento fisiologico.
Cambiamenti ormonali
Le variazioni inoltre possono essere legate anche a cambiamenti ormonali: nella fase ovulatoria quindi premestruale è normale un innalzamento della temperatura di 0,5°C – 0,6°C.
Per lo stesso motivo nelle prime fasi della gravidanza gli sbalzi ormonali possono portare ad un aumento della temperatura. Infine le donne nel periodo precedente la menopausa e durante la stessa a causa dei livelli di estrogeni che si abbassano, possono avere dei leggeri rialzi termici o delle vere e proprie vampate di calore.
Stress
Alcune persone particolarmente sensibili ad eventi stressanti possono avvertire la febbricola con l’avvicinarsi dell’evento causa di stress. Considerando che la febbre è un meccanismo di difesa dell’organismo, lo stress potrebbe far scattare una lieve alterazione della temperatura. Questo tipo di febbricola può interessare anche bambini e neonati.
Farmaci
Alcuni famaci presentano come effetto collaterale la comparsa di febbricola, tra questi ci sono alcuni componenti dei vaccini, farmaci antibatterici della categoria dei beta-lattamici, la maggior parte dei farmaci antineoplastici, e altri farmaci come la chinidina e la fenitoina.
Caldo e cambi di stagione
I soggetti che non riescono a regolare bene la temperatura possono manifestare una febbricola in occasione di un brusco passaggio da temperature calde a fredde e viceversa ma anche quando il caldo estivo diventa severo.
Rimedi omeopatici e naturali
Quando la febbricola è di origine non patologica si può ricorrere a rimedi naturali di origine omeopatica o fitoterapica anche se è sempre bene consultare un medico perché spesso tali rimedi, in quanto semplici palliativi, non consentono di risolvere il problema e la nostra febbricola non passa.
Tra i rimedi omeopatici più utilizzati ci sono:
- Ferrum phosphoricum: da utilizzare quando la febbricola è associata a sintomi dell’apparato respiratorio, astenia, questo rimedio deriva dal fosfato di ferro sotto forma di sali di ferro.
- Arsenicum album: da utilizzare nel caso in cui la febbricola sia associata a sintomi gastrointestinali e ad astenia, la derivazione di questo rimedio omeopatico è dall’arsenolite, un minerale.
Tra i rimedi fitoterapici quelli di maggior rilievo sono:
- Genziana: il suo utilizzo è maggiormente indicato per la febbricola intermittente, è una pianta che contiene glucosidi amari, genziopicrina, genzianosio e l’alcaloide genzianina che le conferisce proprietà antipiretiche. Il suo utilizzo è sotto forma di decotto da preparare con 2 grammi di radice di genziana essiccata da mettere in infusione in 100 ml di acqua bollente per un quarto d’ore e poi filtrarla. Si consiglia di berne due tazze al giorno.
- Salice bianco: contiene, tra i suoi principi attivi, i derivati salicilici che hanno le stesse proprietà antipiretiche dell’acido salicilico contenute nell’aspirina. Il decotto si prepara portando ad ebollizione un litro d’acqua contenente circa 25 grammi di radice di salice bianco, da lasciare in infusione 10 – 15 minuti e filtrare. Si consiglia di assumerne due – tre tazze al giorno.
- Tiglio: associa l’effetto antipiretico a quello sudorifero, contiene tillacina, tannini, e mucillagini. Si utilizza sotto forma di tisana da preparare mettendo in infusione un cucchiaio di fiori essiccati in circa 250 ml di acqua bollente per 10 minuti e poi filtrare. Si può assumere più volte al giorno.
VARIAZIONI PATOLOGICHE
Quando la febbricola diventa insistente e non è più sporadica o legata a momenti precisi della giornata o del mese, è bene sottoporsi a controlli e ad un’indagine medica precisa perché la comparse e il perdurare di tale febbricola potrebbero essere legati a patologie precise. Vediamole insieme:
Neoplasie
I tumori specialmente nei soggetti anziani rappresentano la principale causa di febbricola persistente spesso accompagnata da rapida perdita di peso forte sensazione di stanchezza.
Tra quelli più comuni che causano rialzo termico ci sono le leucemie, il linfoma di Hodgkin e altre tipologie di tumore.
Problemi della tiroide
La febbricola è presente anche in caso di tiroidite subacuta di probabile origine virale che interessa le alte vie respiratorie. Essa vede frequentemente una prima fase di ipertiroidismo determinato dal rilascio di eccessive quantità di ormoni tiroidei, causato dall’infiammazione della ghiandola, spesso si denota una fase successiva di ipotiroidismo e poi una ripresa della normale funzionalità.
Infezioni virali, dalla mononucleosi all’HIV
Una delle infezioni virali che generano febbricola persistente è quella causata dal virus dell’HIV il quale provoca l’AIDS o sindrome da immunodeficienza acquisita. Il sistema immunitario del soggetto affetto da questo virus è duramente attaccato e facilmente suscettibile alle infezioni in particolare quelle opportunistiche. Altri sintomi associati sono astenia e calo ponderale. Un’altra infezione che presenta febbricola persistente accompagnata da ingrossamento dei linfonodi e tonsillite, è la mononucleosi infettiva nota come malattia del bacio per la modalità di contagio attraverso la saliva infetta.
Infezioni alle vie respiratorie
Molte volte, molto più spesso di quanto crediate, la febbricola persistente è legata a problematiche patologiche a carico del sistema respiratorio. Tra le più frequenti segnaliamo la tonsillite, infezione dei piccoli ‘cuscinetti’ che si trovano su entrambi i lati nella parte posteriore della gola. Tra le cause riconducibili ad infiammazioni o infezioni delle vie respiratorie vanno annoverate però anche sinusiti, spesso dovute a problematiche connesse alla cosiddetta sindrome del ‘naso chiuso’, a sua volta provocata da polipi nasali, ipertrofia dei turbinati, setto nasale deviato.
La tonsillite, così frequente nei bambini
Spesso la febbricola persistente è la spia di una tonsillite in atto, patologia che può essere provocata da infezioni innescate da virus o batteri. La tonsillite è un disturbo piuttosto frequente tra i bambini, le tonsille si gonfiano e provocano forte dolore. Nella maggior parte dei casi la tonsillite è causata da virus e può essere curata con i normali farmaci da banco usati per combattere il mal di gola. In alcune situazioni, tuttavia, la tonsillite è invece provocata da un’infezione batterica e per questo motivo sono necessari gli antibiotici. Non sempre, però, i cicli antibiotici fanno sparire il problema. Anzi, l’utilizzo di tali farmaci, spesso abusati, ha controindicazioni importanti e può essere causa di ulteriori complicanze.
Il farmaco antibiotico più diffuso è a base di amoxicillina e normalmente deve essere assunto per almeno 10 giorni; altri tipi di antibiotici, invece, richiedono una terapia più breve. In alcuni casi vengono anche prescritti terapie a base di farmaci steroidei (cortisone), ma sappiamo bene che il cortisone, in particolare sui bambini, può avere gravi controindicazioni. Così come controindicazioni sono presenti nell’uso prolungato di farmaci utilizzati per alleviare il dolore e l’infiammazione come paracetamolo, ibuprofene o aspirine (queste ultime da non somministrate a bambini di età inferiore ai 12 anni perché c’è il rischio che contraggano la sindrome di Reye, una malattia potenzialmente letale).
Troppi antibiotici e zero risultati
I sintomi della tonsillite acuta, come mal di gola e febbre, di solito scompaiono entro una o due settimane senza alcun trattamento. Ma spesso si assiste ad una vera e propria ‘corsa all’antibiotico’, fenomeno sempre più in voga negli ultimi decenni e difficile da arrestare. E questo nonostante le ultime ricerche abbiano evidenziato quanto sia spesso eccessivo e inutile ricorrere ai farmaci antibiotici. Citiamo, ad esempio, il recente studio della Regione Emilia-Romagna che ha messo in evidenza il calo dell’uso degli antibiotici nei bimbi sotto i 6 anni per via dell’aumentata consapevolezza generale rispetto ai pericoli dell’antibioticoresistenza. Non a caso la Regione Emilia-Romagna ha appena avviato la campagna di informazione “Antibiotici: efficaci se necessari, dannosi se ne abusi”. La resistenza dei batteri agli antibiotici è un problema di sanità pubblica ed è tra le emergenze poste dall’Organizzazione mondiale della sanità: l’abuso di questi farmaci, infatti, ha favorito negli ultimi anni il diffondersi di germi più resistenti e più difficili da contrastare. Nei bambini e adolescenti le resistenze dei microrganismi che causano le più frequenti infezioni respiratorie (otite e faringotonsillite) sono stabili, ma i valori restano ancora alti: la resistenza di Streptococcus pneumoniae a penicillina si è verificata nel 2,5% dei casi pediatrici, mentre è ancora frequente all’eritromicina, pur in riduzione (29,4% dei casi). La resistenza di Streptococcus pyogenes a eritromicina si è ridotta in maniera più significativa: è pari al 9,8% nel 2016, mentre era del 23% nel 2007.
Per questo gli antibiotici vanno usati solo quando è necessario e in maniera corretta e responsabile, perché assumerli in modo eccessivo o sbagliato, oltre a causare complicanze, rende meno efficaci le cure.
L’intervento laser alle tonsille: dite addio alla febbricola senza dolore
Ovviamente l’antibiotico prima e l’intervento sulle tonsille poi sono due soluzioni che vanno vagliate nel caso la febbre persista. La febbre, infatti, quando presente, tende in genere a risolversi prima del dolore e del gonfiore delle tonsille. Tuttavia, se la febbricola persiste, è possibile che sia in atto un’infezione cronica nel sangue. In questo caso e in caso di pazienti che non rispondono adeguatamente a trattamenti meno invasivi, è consigliabile, dopo un’attenta valutazione diagnostica da parte dello specialista otorino, intervenire sulle tonsille con la tecnologia laser che ha ormai sostituito quella tradizionale chirurgica. Questo tipo di intervento consente di ottenere risultati definitivi, ossia di far sparire la febbricola per sempre e di poter finalmente dire stop agli antibiotici. Il trattamento laser in anestesia locale della porzione superficiale delle tonsille può essere eseguito nell’ambulatorio dello specialista otorino e consente di eliminare i sintomi nelle tonsilliti croniche.
L’intervento, come detto, è ambulatoriale, non è necessario alcun ricovero, si esegue in anestesia locale, sotto costante controllo visivo. Il raggio laser riduce progressivamente le dimensioni delle tonsille, vaporizzandone l’involucro più superficiale, ovvero la mucosa che, una volta infettata è la responsabile del dolore alla gola e anche della febbricola. Il laser permette un’incisione dei tessuti più precisa, senza rischi, senza emorragie, senza dolore ed una cicatrizzazione più rapida e priva di complicazioni. Inoltre tutti gli interventi con il Laser sono eseguibili in anestesia locale, somministrata in modo indolore, con i conseguenti vantaggi: possibilità di gestione dei trattamenti in ambulatorio, senza ricovero, decorso post-operatorio agile con possibilità di riprendere rapidamente le proprie occupazioni.
Dal naso chiuso alla febbricola
Il raffreddore è sicuramente una delle malattie più comuni alla base del ‘naso chiuso’. L’ostruzione nasale ci costringe a respirare con la bocca mettendoci a rischio di contrarre altre infezioni a carico della gola. Ma oltre al raffreddore esistono numerose malattie che causano il ridotto passaggio di aria attraverso il naso e delle quali la febbricola persistente può essere spia e sintomo al tempo stesso. Tra queste va di certo ricordata la sinusite che, a sua volta, può essere dovuta ad allergie, a difficoltà respiratorie causate da deviazione del setto o alla presenza di polipi nasali e ancora all’ingrossamento delle mucose nasali, in gergo la cosiddetta ‘ipertrofia dei turbinati’.
Le malattie del naso e della gola contemplano tutta una serie di cause dipendenti dall’alterazione dei meccanismi fisiologici di difesa delle alte vie respiratorie. Esse possono essere in stretta correlazione tra di loro innescando, pertanto, se non curate per tempo e in modo definitivo, reazioni a catena che possono degenerare in patologie acute e di tipo cronico. Il trattamento locale dell’allergia, della sinusite e della poliposi nasale con spray nasali cortisonici, se protratto a lungo, può produrre un calo delle difese con maggiore sensibilità a contrarre infezioni. Tale è il motivo per cui è importante non affidarsi in maniera esclusiva alle terapie con cortisone e antistaminici. L’ipertrofia dei turbinati e i polipi nasali possono infatti essere curati in ambulatorio, con procedura indolore veloce ed efficace, tramite laser e radiofrequenza.
Per quanto riguarda la sinusite invece…
Con il termine sinusite si definisce un processo infiammatorio, perlopiù causato da un’infezione di diversi ceppi di batteri, che coinvolge uno o più seni paranasali. La sinusite cronica è una malattia della respirazione dovuta a ostruzione nasale, ristagno di muco e catarro nei seni paranasali, ed infezione persistente. In molti casi la suddetta infezione batterica è la conseguenza di una patologia virale delle prime vie respiratorie (per esempio un raffreddore o una faringite trascurati).
La visita specialistica otorinolaringoiatrica tradizionale può chiarire in pochi minuti le cause dell’infezione grazie alla moderna tecnica della video fibroscopia del naso e della gola. Il corretto inquadramento specialistico della sinusite permette poi di instaurare terapie preventive sull’insorgenza di patologie a carico di bronchi e polmoni. L’otorinolaringoiatra può inoltre verificare, mediante tale tecnica, la presenza di neoformazioni benigne (polipi) o maligne nelle fosse nasali o nei seni paranasali. Al fine di curare la sinusite cronica è possibile ricorrere ad un innovativo sistema di aspirazione e irrigazione simultanea delle fosse nasali chiamato Cyclone, un sistema con meccanismo a doppia azione progettato per aspirare più della quantità di liquido irrigata, riducendo al minimo i ristagni e i dragaggi dello spurgo. Tale operazione è eseguibile nel centro ambulatoriale, anche quotidianamente.
La chirurgia ambulatoriale per curare la sinusite
A seconda dell’estensione e della gravità della sinusite, l’otorinolaringoiatra può ricorrere alla laser chirurgia della fossa nasale, un trattamento di chirurgia ambulatoriale, condotto in anestesia locale, mediante una sottile fibra ottica laser oppure alla nuova terapia “Balloon Sinuplasty”, entrambe consentono di evitare l’uso del bisturi e di evitare dolore e tamponi nasali. L’intervento per sinusite cronica “Balloon Sinuplasty” dura circa mezzora e può essere eseguito in anestesia locale. La plastica dei seni paranasali con palloncino è una operazione simile all’angioplastica usata in cardiochirurgia. Attraverso le narici, senza tagli di nessun tipo, il chirurgo introduce nel naso e nei seni paranasali sede del ristagno di muco un catetere alla cui estremità viene gonfiato un palloncino. In tal modo si produce una dilatazione permanente del foro di scarico delle secrezioni, utile per evitare recidive della sinusite.
Durante l’intervento si procede all’aspirazione del catarro infetto presente nei seni paranasali. Terminata la pulizia dei seni paranasali, il palloncino viene sgonfiato e rimosso insieme al catetere. Tale terapia per sinusite cronica non è invasiva, non è dolorosa ed evita rischi a carico di vista ed olfatto.